Dipinto nel 1964, Ispirazione è un quadro sempre attuale perché tratta con linguaggio simbolico un tema universale: l’ispirazione artistica.
Con l’immediatezza e la straordinaria intensità che le rapide e nervose pennellate di Busatta sanno esprimere, la tela non illustra una teoria sul significato dell’arte, bensì lo stato d’animo dell’artista ed il rapporto con le sue fantasie ed il mondo esterno.
Il microcosmo umano senza nome e identità è un groviglio di tensioni, pulsioni e angosce anelante alla conoscenza della verità e alla scoperta dell’essenza dell’essere: di ciò il genio artistico è l’espressione più alta perché più libera e più creativa.
Dal vortice delle sensazioni e delle esperienze, si infiammano e prendono forma le idee, quasi fulminee proiezioni dell’inconscio, materializzazioni fantastiche, entità dotate di vita propria, frutto di sintesi autonome di desideri, istinti, procedimenti logici, ricordi e immagini stratificati nella memoria.
Eterno gladiatore, l’artista combatte i fantasmi e i mostri che la sua mente crea e che spesso minacciano la sua stessa sanità mentale. Per esorcizzarli egli li esprime e li esterna sistematizzati, comunicandoli a chi li può e vuole comprendere.
Nello stesso tempo l’artista deve combattere anche per difendere le sue creature da un mondo esterno ostile, che pretenderebbe di modificarle, distorcerle e perfino di spegnerle e annientarle, magari in nome di un progresso tecnologico che considera la libera creatività e la fantasia come le supreme minacce alla stabilità del sistema.
Siamo tuttavia certi con l’artista che, finché l’uomo esisterà come uomo, egli cercherà, attraverso libere espressioni artistiche, di usare la materia, le cose o le parole per andare oltre, per cercare di raggiungere le dimensioni metafisiche necessarie per comprendere il senso ed il significato del tutto.
Painted in 1964, “Inspiration” (Ispirazione) is an ever-present painting, because it faces with symbolic language the universal theme of the Art.
With the immediacy and the extraordinary intensity that B.B.’s rapid and nervous brushstrokes are able to express, the canvas do not illustrate a theory on the meaning of art, but rather the artist’s state of mind and the relationship with his fantasies and the outside world.
The human microcosm without name and identity is a tangle of tensions, impulses and anxieties yearning for knowledge of the truth and discovery of the essence of being, of which the artistic genius is the highest expression, because it’s freer and more creative.
From the vortex of sensations and experiences the ideas ignite and take shape, almost lighting-fast projections of the unconscious, fantastic materialisations, entities with a life of their own: autonomous syntheses of desires, instincts, logical procedures, memories and images stratified in the memory.
Eternal gladiator, the artist fights ghosts and monsters that his mind creates and which often threaten his very sanity. To exorcise them he expresses and externalises them in a systematised way, communicating them to those who can and desire to understand them.
At the same time the artist must also fight to defend his creatures from an hostile external world, which would attempt to modify them, distort them and even turn them off and destroy them, perhaps in the name of a technological progress that considers free creativity and imagination as the supreme threats to system stability.
We are however certain with the artist that as long as man will exist as man, he will seek, through free creative expressions, to use matter, things or words to go beyond, to try to reach the metaphysical dimensions necessary to perceive, if not understanding, the meaning and the significance of the whole.